mercoledì, giugno 28, 2006

33^ tappa: Palas de Rei - Ribadiso - Km 24

26/06/2006
La tappa di oggi si presenta ugualmente movimentata come paesaggio e percorso. Gli "Horreos" (vedi foto), i caratteristici silos simili a capitelli, utilizzati per la conservazione del mais, li troviamo oramai da per tutto. Il cammino è un continuo saliscendi di collinette, che attraversa boschi di querce, alternati a boschi di eucalipto, ruiscelletti d’acqua; guadi e posti da “Elfi” non mancano. Con grande mia gioia, dopo giorni che dicevo tra me e me questo è l’abitat giusto per i funghi, ecco apparire al lato del sentiero una coppia di profumatissimi porcini. Il primo pensiero è stato di farci una pasta alla sera, ma l’incognita su dove avremmo alloggiato, mi ha fatto propendere a lasciarli sul muretto di ingresso di una casa trovata due km dopo. (.. un pò di “provvidenza” anche per i locali!)
Giunti a Ribadiso all’albergue, la gentile ospitalera Paula ci ha detto che era già al completo; l’alternativa proposta era di dormire sul pavimento o trasferici presso una casa privata. Optato per la seconda soluzione, siamo stati portati in auto fuori itinerario presso una fattoria con 100 capi di bestiame; l’abitazione è bella, nuova e pulita, con 28 € di dispone di una camera con bagmo molto ampia ed arieggiata, con vista sulle campagne circostanti, comprensiva della cena e della prima colazione. Alla sera il proprietario ci ha fatto visitare la sua azienda, illustrando tutta la catena di produzione del latte delle sue vacche: udite, udite un litro di latte in Spagna costa € 0.50 – 0.75, contro € 1.10 – 1.30 ( meditate gente!)
Toni scrive:
Si lavora e si produce anche per migliorare il nostro stato sociale, per la carriera, per sentirsi gratificati, per mostrare a tutti il proprio status simbol, non importa come qualcuno magari lo raggiunga. I “media”, tutti i giorni, indirizzano le nostre menti verso il superfluo, con messaggi sempre più martellanti e non ci rendiamo conto della vacuità di questi messaggi. Gli assorbiamo, senza più reagire in quanto il condizionamento è totale.
Solo dopo almeno 10 giorni di vita spartana, mi sono accorto di quante cose che fino ad ieri erano essenziali, oggi nemmeno senti la necessità di avere.
Il mondo del “pellegrino” ruota attorno al proprio zaino, ed agli ostelli; niente auto, niente televisione, niente bei vestiti, niente riunioni inutili di lavoro, niente case piene di tutto che mai hai usato e probabilmente mai userai. Solo cose essenziali per vivere da umani ed essere accettati dagli altri. (leggi sapone e vestiti) e tanto tempo a disposizione per cogliere gli aspetti belli del mondo che ti circonda: natura e persone.
Persone con le quali riesci ad avere un rapporto non freddo e sbrigativo, ma profondo ed intenso perché la disponibilità del tempo elimina le tensioni e fa emergere l’umanità che c’è in ciascuno di noi.
Consiglierei a chi ha figli di far fare l’esperienza del Cammino di Santiago: in famiglia se i figli sono piccoli, se invece già grandicelli , da soli o in compagnia di pochi selezionati amici.
Imparerebbero cosa è veramente necessario e lo saprebbero ben distinguere dal superfluo, pur godendone e questo è per me essenziale in questo mondo, dove tutto sembra dovuto.

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