martedì, ottobre 07, 2008

accompagnando Immacolata

Incontri "pellegrini"

Il 27 settembre a Roma c'è stato un incontro "pellegrino" per accompagnare Immacolata Coraggio nella tappa conclusiva del suo lungo cammino iniziato il 28 giugno a Canterbury sulle orme di Sigerico.
Personalmente ho seguito il cammino di Immacolata leggendo le cartoline illustrate che giornalmente lei mi spediva a casa dal luogo in cui si trovava.

Ho inserito tutta la sequenza di queste cartoline ricevute, nel blog che Immacolata mi ha chiesto di aggiornare per conto suo. Il diario di cammino che ne è uscito, ritengo sia molto originale oltre che curioso.
Eravamo una ventina di persone e forse più, a camminare per le vie di Roma con Immacolata; amici di Immacolata, pellegrini, soci Servas.
Una giornata romana stimolante sotto ogni punto di vista.

Nella foto a sinistra, Guido, Oriano e Giovanni con Immacolata; tre bellunesi a Roma.

domenica, settembre 07, 2008

10° giorno: il rientro, le riflessioni


data cammino, lunedì 23 giugno


Sono le nove del mattino, quando saluto Angela al suo ostello e i tre pellegrini che si erano aggiunti ieri sera, Ignacio e Paloma dalla Spagna e Luca dall'Italia.
Ieri sera Angela ci ha portati a San Damiano .... ci teneva tanto e non voleva giustamente stare ai fornelli. Era la festa del "voto" che ricorda il voto di ringraziamento che la città di Assisi fece a Chiara, per aver fermato l'invasione da parte dei Saraceni. Una cerimonia molto partecipata e suggestiva.
Siamo rientrati all'ostello attorno alla 22.30 e Angela ha trovato la forza di tirare fuori qualcosa dal frigo .... come "Eta Beta" e inventare una cena pellegrina.

Il momento è arrivato, saluto tutti e con lo zaino sulle spalle parto alla volta della stazione.
Il treno parte, Assisi si allontana .... un piccolo magone mi prende in gola ..... forse potevo continuare, ma ormai la decisione è presa.
Mi convinco di avere a questo punto un impegno per l'anno prossimo: completare il cammino ed arrivare a Poggio Bustone.
Ora è tempo di ritorno a casa.




Le riflessioni


Sono passati quasi tre mesi da questo mio breve cammino e solo ora mi sono preso il tempo di "buttare" nel blog gli appunti di "cammino" che avevo scritto giornalmente sul blocco notes.
Ho avuto tempo per metabolizzare questa esperienza e di fare alcune riflessioni.
Sicuramente il cammino di Santiago è la radice che sta alla base di ogni pellegrino dei nostri tempi.
Quei pochi pellegrini che ho avuto il piacere di incrociare sui miei passi durante questo cammino, sono tutti "reduci" di Santiago, ad eccezione del gruppo di piemontesi che facevano periodicamente esperienze di "trakking" ed avevano un'organizzazione tutta loro e particolare.

Errore fondamentale però, che ho commesso anch'io, è quello di partire per questo cammino pensando di trovare la stessa situazione del cammino di Santiago.
Lo spirito è sicuramente lo stesso, ma il resto non si può confrontare.
Santiago, che può essere considerato, "la madre di tutti i cammini" ha mille anni di storia ed ha avuto il tempo affinchè si creassero le strutture di supporto, ostelli, tracciatura, guide, documentazione ecc. e soprattutto si formassero le mentalità giuste perchè il cammino venisse accettato sia dalla gente che dalle istituzioni, come un patrimonio da custodire e valorizzare. Le città, i paesi attraversati dal cammino di Santiago, hanno incorporato nel loro interno la figura del pellegrino e del cammino.
Il cammino "di qui passò Francesco" è ancora in embrione e queste cose devono crescere, svilupparsi .... e Angela Seracchioli che ne è il motore, l'anima e il corpo, lo sa benissimo e si sta tenacemente battendo perchè ciò avvenga.
Quando anche qui si sarà formata la giusta mentalità da parte di chi è nelle istituzioni sia pubbliche che ecclesiastiche, allora questo cammino prenderà il volo, perchè ha un potenziale dentro di se di grande spessore che non invidia Santiago.
Siamo nel cuore verde dell'Italia in un territorio splendido. Si attraversano città dalle antiche radici storiche come Gubbio, Assisi, Spoleto per citare solo le più conosciute, ricche di tesori artistici e culturali e su tutto, da La Verna ad Assisi e oltre si avverte la "presenza" di Francesco.
Tutti ingredienti quindi che non possono non far decollare quest'idea del cammino .... non bisogna lasciarla sola a se stessa e frantumarla in mille rivoli.

Riporto un estratto della lettera che su sollecitazione di Angela ho inviato alle autorità ecclesiastiche di Assisi scritta dopo questa mia esperienza diretta:
" ..... Ad un mese di distanza da questa esperienza, dopo aver riflettuto, meditato e confrontato questo cammino con il precedente a Santiago, ho capito una cosa.
Il cammino di Francesco, ha dentro di se una grande potenzialità che Santiago non ha, se non in minima parte e che quindi può farlo diventare una grande opportunità per noi pellegrini e per le vostre comunità.
Mi riferisco alle comunità di frati e suore dei vari ordini, che numerose ancora vivono e prosperano nei monasteri sparsi lungo quei sentieri e alle strutture a questi ordini collegate che molto spesso sono chiuse.
C’è stata una cosa in questo cammino che mi ha un po’ “disturbato” da quello che poteva essere un cammino completamente appagante e cioè il fatto di dover ogni giorno telefonare a più riferimenti per poter sapere dove dormire la notte ….. e magari sentirsi dire che non ospitavano, che erano chiusi, che non accoglievano più …..
Come sarebbe bello e meraviglioso invece se, come un tempo le porte dei monasteri si aprissero ai pellegrini offrendo loro quel poco di sostegno di cui necessitano.
Un tetto sotto il quale ripararsi per la notte e dalla pioggia, la possibilità di mangiare un boccone se la struttura lo permette ….. non serve il menù alla carta, una doccia un bagno per la pulizia e l’igiene personale.
Che occasione d’incontro, di scambio tra pellegrini e frati o suore qualora ciò avvenisse; che magnifica opportunità di crescita spirituale per noi pellegrini poter stare a tu per tu con persone che vivono quotidianamente il messaggio di Cristo.
Quanto ci potreste dare e quanto potremo ricevere da una simile situazione.
Che grande cosa sarebbe poter percorrere il nostro cammino, passando da un convento all’altro, da una struttura legata alle vostre comunità, all’altra.
Non abbiate paura, aprite le vostre porte, dateci la possibilità di conoscere i custodi della fede oggi.
Ricostruiamo un modello di vita perduto, dimenticato, finito sui libri di storia cristiana e pellegrina.
Recuperiamo un patrimonio spirituale, quello dei pellegrini che partivano a piedi verso l’ignoto alla ricerca di risposte sulla vita, di cui noi laici abbiamo oggi infinitamente bisogno e siamo alla ricerca.
Noi busseremo alle vostre porte e voi apritecele; cresceremo entrambi, ed entrambi ne trarremmo giovamento.
Non lasciamo che a impossessarsi di questa opportunità siano i soliti “mercanti e cercatori di profitto", ….. perché questo cammino crescerà e crescerà sempre di più e presto vedremo code di pellegrini camminare su quei sentieri.
Io credo che anche coinvolgendo associazioni di laici volontari, sarebbe possibile aprire queste strutture oltre a quelle che già ospitano e offrire ai pellegrini dei punti di riferimento per una sosta sicura e ad un giusto prezzo. ......."

Io sono convinto che nel giro di qualche anno le cose cambieranno.
Il lavoro di Angela è stato grandissimo. Da niente lei ha realizzato questa sua idea, cucendo insieme sentieri che già esistevano, dando vita così ad un cammino.
Angela ha tracciato il solco e buttato il seme ..... che sta germogliando e diventando sempre più grande e robusto.
Sta alle istituzioni pubbliche ed ecclesiastiche saperne cogliere e soprattutto valorizzare i frutti.
I pellegrini faranno la loro parte camminando su questi sentieri, come ieri hanno camminato su quelli di Santiago, perchè lo sanno che è camminando ..... che nasce un "cammino"

Oriano.

venerdì, settembre 05, 2008

9° giorno: Assisi - I segni dei pellegrini; passi che si incrociano


data cammino, domenica 22 giugno 2008


Ieri ho esaurito la spinta interiore per continuare questo cammino.
Troppo bello e troppo emozionante è stato l'arrivo davanti alla basilica di San Francesco.
Mi sono scaricato, svuotato; il mio cammino finisce qui, lo riprenderò per raggiungere Poggio Bustone, l'anno prossimo.
Dopo tutto l'idea non mi dispiace, avrò un inverno intero per ritrovare la carica giusta che mi spinga a rimettere lo zaino in spalle.
Oggi voglio godermi Assisi come un visitatore qualsiasi, anzi come un pellegrino!
Angela infatti mi ha suggerito alcuni posti da vedere, significativi per un pellegrino e che testimoniano come secoli di storia di pellegrini, si intreccino con Assisi e Santiago.
E allora parto alla ricerca dei vecchi segni dei pellegrini in Assisi.

La chiesa di San Giacomo al Murorupto.

Venne costruita attorno all'anno 1000 da un ricco signore che per espiare le sue colpe, barattò un rischioso e lungo pellegrinaggio a Santiago con la costruzione di una chiesa dedicata al santo protettore dei pellegrini, San Giacomo, che poi donò all'abbazia di Farfa in Sabina.
Ecco il primo segno Santiago-Assisi.










Oratorio dei pellegrini.

Lungo la strada che da piazza del comune conduce alla basilica, dietro ad una porta a vetro che la protegge, c'è questa piccola cappella che un tempo era la chiesa dell'ostello dei pellegrini. Sulla parete di destra troneggia l'affresco che rappresenta il miracolo dei galli di Santo Domingo de la Calzada. Si vedono il giovane impiccato sorretto da San Giacomo.
Ecco il secondo segno Santiago - Assisi.











il vecchio ostello dei pellegrini.

Quello che oggi è uno dei tanti negozi di Assisi, un tempo ... nel medioevo, era un ricovero per pellegrini come lo testimoniano le due conchiglie scolpite nella pietra sulla chiave di volta del portale (clicca sulla foto sotto per ingrandire). Situato vicino alla Porta che scendendo da piazza del comune si apre verso la piazza di Santa Chiara, era il luogo di incontro e di ritrovo dei pellegrini diretti a Santiago che per meglio proteggersi dai pericoli di un così lungo viaggio, si mettevano in gruppo e insieme partivano.
Ecco il terzo segno Santiago - Assisi























Passi che si incrociano; storie di ieri, storie di oggi.
Passi di pellegrini che un tempo camminavano verso Santiago, passi di pellegrini che oggi camminano verso Assisi.
Nulla di nuovo sotto il sole dunque, ma soltanto la riscoperta di un mondo che sembrava dissolto e che lentamente, come lento è il tempo del pellegrino, sta rinascendo.



giovedì, settembre 04, 2008

8^ tappa: Castello di Biscina - Assisi km 27


data cammino, sabato 21 giugno 2008


La tappa di ieri con gli inconvenienti incontrati è stata dura, ma la tranquillità del luogo, la sistemazione, la buona cena e il buon letto mi hanno fatto dimenticare tutto.
Il panorama dal colle di Biscina è splendido ho anche la fortuna di vedere una delle rare volte in cui nel bacino artificiale del lago, c'è l'acqua .... penso che le pioggie continue che da più di un mese colpiscono l'Italia dal centro al nord, abbiano contribuito notevolmente.
Il cielo sereno, la giornata splendida e la prospettiva di arrivare ad Assisi mi danno la giusta carica. Saluto cordialmente la gentile titolare, saldo il mio conto ..... non certo da pellegrino di Santiago ... , ma l'alternativa era dormire sotto le stelle .... e mi rimetto in strada. Il tracciato non è molto segnato, arrivo comunque a Valfrabbrica senza tanti problemi. L'ambiente è bello molto verde e solitario, anche se un buon pezzo di strada è su asfalto, ma non passa nessuno.
Prima di entrare in paese passo davanti all'ostello dove hanno dormito Anna e Thomas. E' quasi mezzogiorno e faccio uno spuntino al bar per riprendere quasi subito il cammino verso Pieve di San Nicolò. La salita del "fosso delle lupe" è abbastanza dura, anchè perchè il terreno è fangoso e si scivola. Una volta terminata la lunga salita e arrivato in cresta, una miriade di strade bianche, incroci, disorientano. Le descrizioni della guida e i riferimenti non sono chiari, la cartina non riporta tutte le stradine e avanzo con mille dubbi. Fa caldo, il sole è alto e ho bisogna d'acqua. Chiedo ad un signore che appare sul vialetto di casa se gentilmente mi può riempire la borraccia e lo fa volentieri scambiando quattro chiacchiere con me. Mi chiede se voglio che metta del sale Himalayano nell'acqua che ripristina i sali perduti con la sudorazione ... rimango basito perchè è la prima volta che sento parlare di sali dell'Himalaya ... faccio finta di niente e dico no grazie ... basta l'acqua naturale. Mi da alcune indicazioni sulla strada da seguire e proseguo il cammino. Mi si apre il cuore quando da lontano vedo le mura della Rocca maggiore di Assisi ..... che emozione .... ci sto arrivando!
Ormai viaggio più per istinto che con la guida .... Assisi è là ... in quella direzione ... ultreya!
La mente ormai è oltre ai miei passi ed è già in attesa dell'evento, dell'arrivo davanti alla basilica di San Francesco,
Passo sotto porta San Giacomo con un piacere immenso. Ricordo il capodanno "pellegrino" trascorso a fine 2007, qui ad Assisi con Gianna, Toni e Francesca, Francesco e Michela. Alloggiavamo all'hotel San Giacomo proprio qui a fianco della porta che gli da il nome .... ricordo la promessa fatta alla titolare dell'hotel alla quale avevo detto : " ... io quest'estate tornerò ad Assisi ..., ma a piedi e passerò sotto questa porta. Verrò a salutarla e lei mi offrirà un bicchier d'acqua fresca perchè sicuramente sarò stanco e assetato ...." Mi affaccio nella reception dell'albergo e la signora da dietro il bancone mi scorge e puntando il dito mi fà: " .... pellegrino ... Santiago". Ci salutiamo calorosamente, mi vuole offrire una birra, un the, una caffè ...., ma le ricordo la promessa del bicchiere d'acqua ... e mantiene la parola data. Due parole di nuovo, un saluto caloroso e riprendo la marcia verso la basilica.
Mi emoziono anche adesso mentre sto trascrivendo queste righe dal blocco notes al computer, nel ricordare quel momento.
Quanto l'avevo pensato, quanto l'avevo immaginato .... come l'arrivo a Santiago.
Sono arrivato a piedi ad Assisi davanti alla Basilica di quel "piccolo uomo" che ha scatenato un terremoto all'interno della chiesa di allora e che ancora oggi scuote le coscienze di molti di noi.
Scendo nella basilica inferiore con il mio zaino in spalle, anche se un frate gentilmente si offre di togliermelo e depositarlo in luogo sicuro, ma dico di no, ho un appuntamento con Francesco e voglio presentarmi davanti a lui così come sono, come lo sono stato per una settimana per arrivare fino a qua.
Porto con me un pensiero per la mia famiglia, i miei cari, gli amici e quelli che conosco.
Il tempo passa senza che me ne accorga ed è giunto il momento di portarmi all'ostello "Perfetta Letizia" e abbracciare Angela.
Voglio farle uno scherzetto e fermo davanti al portoncino del suo ostello la chiamo al cellulare:
"Ciao Angela sono Oriano ..."
"
OrrrianooooO pensavo fossi già qui a quest'ora, ti sto aspettando..."
"Angela devi venirmi a prendere ... mi sono perso non so dove sono ... "

".... come ti sei perso ... dove sei ??"
" ... non lo so. Non capisco più nulla. Sono davanti ad una tabella che dice ... aspetta , devo togliermi gli occhiali"
" ...Si .... si, che c'è scritto?"
"Allora ... c'è un Tau e c'è scritto ... dunque .... Per fet ta Le ti zia..."
".... ma vai a farti frrriggere ... mi hai messo in agitazione ......vengo ad aprirti!"
Ciao Angelaaaa, .... OrrrianoooO!
Un forte abbraccio come due vecchi amici e finalmente vengo accolto dalla ospitalera Angela, il motore, l'anima e il corpo di questo cammino.
Penso a come ho conosciuto Angela ... tre anni fa quando mi stavo documentando sul cammino di Santiago e mi sono imbattuto nel suo diario.
L'ho letto, mi ha emozionato, le ho scritto ci siamo scritti via e-mail più volte. Poi i nostri passi si sono incrociati con la storia di Denis il francese che io ho conosciuto a Santiago e che è stato ospite ad Assisi proprio nell'ostello di Angela; il passaggio degli amici bellunesi Guido e Giovanni; il capodanno pellegrino 2007 nel suo ostello .... insomma i nostri passi, come dice il titolo del suo libro, si sono incrociati più volte.
Mi presenta altri pellegrini che sono di passaggio all'ostello; chi ha fatto il cammino di Santiago, chi "di qui passò Francesco", sono qui per salutare Angela e si fermano a cena.
Un paio di ore dopo arrivano Anna e Thomas ... il gruppo aumenta e finalmente una cena pellegrina davanti ad una buona tavola e a una buona compagnia. A fine cena poi arriva anche Fra Luca vestito da frate e non da pellegrino, che ovviamente rivedo e saluto con gioia. Alloggia nel vicino convento di Santa Maria degli Angeli. I discorsi si intrecciano, la compagnia è ottima ...., ma la stanchezza si fa sentire, Anna e Thomas il giorno dopo sono ancora in cammino ... ad un certo punto quindi la tavolata si scioglie e tutti a nanna.
Io sento che il mio cammino finisce qui, ad Assisi.
L'arrivo alla basilica mi ha talmente scaricato di tensione e appagato che non avverto più la spinta per continuare.
Domani comunque mi fermo ad Assisi ... poi si vedrà.







mercoledì, settembre 03, 2008

7^tappa: Gubbio - Biscina km 22 ... se non avessi sbagliato strada. Con la deviazione, 28 Km


data cammino, venerdì 20 giugno 2008


Il giorno di sosta a Gubbio mi ha rigenerato soprattutto nello spirito. Fisicamente non più di tanto, perchè comunque ho camminato molto girando Gubbio in tutti i suoi angoli ..... e mi sono goduto appieno le sue bellezze.
Prima di riprendere il cammino ho letto la guida che informa delle difficoltà della segnaletica del cammino da qui fino ad Assisi.
In effetti è vero oltre alla scarsità dei "Tau" e delle frecce gialle, c'è un accavallarsi di tabelle che indicano cammini come "la via della pace," che portano sempre ad Assisi e però a mio avviso sono poco chiare, generano confusione e non sono mai nei punti dove servirebbero.
Parto attorno alle 8.00 dopo una buona colazione alla "Grotta dell'Angelo" e vado alla ricerca della via giusta da seguire.
Non è facile orientarsi, ma un po' con la guida, un po' chiedendo, arrivo alla "Vittorina" la chiesetta sul luogo dove avvenne il famoso "miracolo" di San Francesco e il lupo. Chi non conosce questa storia?? E' forse l'icona più famosa di Francesco e di Gubbio riconosciuta in tutto il mondo.
Bisogna prestare attenzione alle frecce gialle che ci sono, ma non ben evidenti.
Si cammina su asfalto e poco dopo Ponte d'Assi la ricerca della via giusta si fa complicata. Traffico, bivi, rotonde, svincoli ..... vado per istinto, ma con il continuo dubbio di dover ritornare sui miei passi ...... Tau e frecce gialle non esistono. Finalmente vedo la tabella per San Vittorino indicata sulla Guida come riferimento da seguire, quindi mi sento sulla strada giusta ..... la vista poi di due pellegrini che mi stanno raggiungendo mi conforta ..... a meno che non succeda come a Santiago che i pellegrini che stanno dietro seguono quelli che sono davanti e così tutti finiscono nel fosso ....!
Due nuovi pellegrini finalmente, Anna di Roma e Thomas "tedesco di Germania".
Sono i primi veri pellegrini che incontro a parte Fra Luca .... che è pellegrino per istituzione... !!
Anche loro hanno fatto il cammino di Santiago .... anzi si sono conosciuti là .... una delle tante storie e degli incontri che Santiago combina ...!
Continuiamo insieme e chiacchiero volentieri con Anna che parla anche il tedesco, mentre Thomas, parla solo qualche parola d'italiano. Parliamo di Cammini e delle difficoltà di questo cammino rispetto a Santiago. Dopo un tratto di strada insieme li lascio andare avanti perchè il passo di Thomas è troppo veloce e anche perchè sento il bisogno di prendere un attimo di pausa e di sgranocchiare qualcosa. Non si fermeranno al castello di Biscina, ma più avanti a Valfabbrica presso l'ostello internazionale della gioventù al quale si può avere accesso solamente se iscritti. Ci diamo appuntamento per il giorno dopo ad Assisi all'ostello "Perfetta Letizia".
La giornata è splendida e fa molto caldo .... la strada è in salita e sto sudando come una vecchia vaporiera, sento il bisogno di una pausa. Mi fermo sotto l'ombra di un albero mentre mi godo la vista sulla lontana Gubbio, la giornata è così limpida che vedo ancora lo stupendo palazzo dei consoli.
Finita la pausa riprendo il cammino e passo davanti alle indicazioni per l'Abbazia di Vallingegno, ma seguo i consigli della guida e non mi inoltro. L'Abbazia fu uno dei primi luoghi che accolse Francesco in fuga da Assisi dopo la sua scelta di vita, ma lo espulse e anche in malo modo, considerandolo alla stregua di un accattone, un poco di buono .... quante valutazioni sbagliate facciamo nella vita!!! Meditiamo gente, meditiamo.
La strada riprende a scendere e arrivato al capitello di Santa Maria delle Ripe, ritrovo Anna e Thomas intenti a mangiare un panino .... mi fermo pure io; ho fame e sogno il panino che mi sto portando dietro da due giorni comperato a Pietralunga con una scatoletta di carne e una lattina di birra e in più ho anche il dolce che la gentile titolare dell'agritur "San Benedetto vecchio" mi aveva dato. Diceva Toni, mio compagno di cammino a Santiago: "la provvidenza va sempre aiutata" e quindi anche oggi ho qualcosa da mettere sotto i denti.
Anna e Thomas ripartono e io resto ancora un poco a terminare il mio "pasto" .... ci ritroveremo ad Assisi. Si riparte nuovamente in salita ..... come ho già scritto, una delle caratteristiche di questo cammino è il continuo su e giù. Passo davanti all'eremo di San Pietro in Vigneto. Una cancellata in ferro, sbarra la strada a chiunque osasse oltrepassare la proprietà. Sembra più un palazzo signorile che un eremo. Il cartello appeso sulla recinzione che invita a non disturbare la pace del luogo e dell'eremita .... non so perchè, mi crea un senso di insofferenza.... pare una stonatura rispetto a quello che era il messaggio di Francesco .... giullare di Dio, pellegrino di natura e pronto ad accogliere chiunque ... e se Francesco passasse di nuovo da queste parti .... verrebbe aperto o no il cancello ?? .... ad ogni modo vado avanti.
Il "bello" di questa tappa deve ancora venire.
Si rincomincia a scendere e scorgo dall'altra parte della valle, il colle sul quale svetta la torre del castello di Biscina. La cosa mi rincuora perchè vedo l'arrivo di questa che "doveva" essere la tappa più breve.
Proseguo lungo un sentiero che si dirama dalla stradina principale e scende verso il fondo valle. Risale poi leggermente in parallelo al corso di un torrente che si dovrebbe ad un certo punto attraversare per poi risalire lungo l'altra sponda.
Sorpresa ..... le piogge di questi giorni e i lavori fatti a monte del torrente hanno fatto si, che il torrente avesse deviato il suo corso naturale ed ora l'acqua scendesse copiosa lungo quello che era invece il tracciato del sentiero. La fitta boscaglia ricca di rovi spinati e sterpaglie da un lato e la scarpata che porta verso quello che doveva essere il letto naturale del torrente, dall'altro creano un ostacolo disarmante.
Quanto sarà lunga questa situazione?? ... i 30 metri che sono a vista o proseguirà anche oltre?? ... e per quanto?? ... Dubbi, sconforto, mi assalgono ... che fare? ... tornare indietro? ... e dove? ... dall'eremita dalle porte chiuse? ... al paese più vicino che non ricordo quante ore fa ho lasciato? Il "teutonico" sarà passato anche lui di quà .... o no?
Provo ad avanzare sul lato a monte del torrente, tra fango e acqua .... le racchette affondano e faccio fatica a recuperarle. Vedo qualche impronta di scarpone, il che significa che già qualcuno è passato prima di me .... forse Thomas e Anna. Risalgo lungo il fianco destro del sentiero tra rovi e spini rimediando più di un graffio. Meno male che non piove, dico tra me e me, perchè se avessi la mantellina a quest'ora sarebbe a brandelli come le stelle filanti a carnevale!
Vado avanti così per un buon quarto d'ora .... poi finalmente la pace ritorna; il sentiero ridiventa sentiero e il torrente scorre sul suo letto, lo attraverso e mi porto dall'altra parte. Sotto i piloni dell'acquedotto, i cui lavori di costruzione sono stati la causa di questo piccolo, ma terribile dissesto, mi fermo a prendere un attimo di respiro.
Il superamento di questo ostacolo e il sapere che la meta della tappa sta sopra di me, mi rendono euforico. Una risistemata generale, uno sguardo intorno ad esplorare l'ambiente .... vedo ... una bella pista in terra battuta ... un palo con un Tau giallo e un sasso con una freccia gialla, ... prendo forza e .... sono pronto a ripartire.
E qui la seconda sorpresa della giornata.
La guida dice che il sentiero entra nel bosco e poi prosegue in salita fino al Castello ..... entrato nel bosco sono entrato .... ma non ho preso il sentiero corretto ho continuato a seguire la pista che corre sul piano e non accenna minimamente a salire. Tau gialli o frecce non se ne vedono .... ma ne ho visti ben pochi in tutta la giornata .... e intanto proseguo a camminare e la pista continua sempre in piano. Dopo mezz'ora il dubbio mi prende. Che fare? torno indietro, magari per scoprire che ero sulla strada giusta?? Decido di andare avanti, ma dopo un ora che cammino sempre in piano, mi convinco di aver sbagliato strada.
Verifico sulla cartina; non trovo dei riferimenti, ma mi rendo conto di allontanarmi dalla meta. Decido comunque di proseguire .... dovrei prima o poi incrociare una strada importante ... unico riferimento sulla cartina .... e poi vedrò. Il telefonino non ha campo, spero solo non mi succeda niente perchè non so chi mi potrebbe recuperare...!
Finalmente arrivo sulla strada asfaltata vista sulla mappa ..... decido di salire, sicuramente arriverò in cima dove c'è il castello.
Quando finalmento ho campo chiamo la titolare dell'agritur e chiedo informazioni su dove sono ecc. ..... "aahh anche lei ha sbagliato strada" mi dice ".... comunque prosegua sempre in salita che arriverà fino al castello .... stia tranquillo perchè comunque è sulla strada giusta".
Alle 18.00 entro nel bar dell'agritur e una fresca birra comodamente seduto è la prima e unica cosa che chiedo e che in quel momento desidero.

domenica, agosto 31, 2008

6^ tappa: Pietralunga - Gubbio km 27


data cammino, mercoledì 18 giugno 2008

Il buon signor Tinca, il non più giovane titolare dell'omonimo hotel, è già dietro al banco del bar da un paio di ore, quando verso le otto meno un quarto scendo con il mio fardello per fare colazione.
Mi apre le porte della saletta per le colazioni, mi fa accomodare al tavolo ...... si sta facendo in quattro per darmi il meglio che possa offrire. La sera prima aveva steso la mia biancheria all'interno di una "campana asciugatrice" perchè aveva visto che con l'umidità della pioggia, non si sarebbe asciugata. Si fa in quattro anche per indicarmi quella che secondo lui è la strada giusta da seguire per arrivare a Gubbio perchè dice: ".... ci si perde .... non ci sono i segni .... la settimana scorsa un pellegrino di Bolzano dopo sei ore di cammino è tornato indietro perchè si era perso ....." Mi consegna una piantina stradale schematizzata disegnata con le sue mani su di un foglietto di carta, con i dettagli importanti, a suo dire, da seguire. Pago il mio conto e mi accompagna fino al muretto della piazza che delimita la terrazza panoramica dalla quale si gode di una bella vista sulla valle e sulle colline intorno. Mi indica il colle che devo raggiungere dandomi ulteriori dettagli della strada da seguire ...... anche il vigile si avvicina e mi conferma le indicazioni di Tinca ..... ringrazio e saluto entrambi per l'attenzione e le premure prestate e mi metto in cammino.
La giornata è splendida il cielo è azzurro intenso con qualche nuvola bianca qua e la.
L'aria è frizzante ed ancora carica di umidità dovuta alla gran pioggia caduta fino alle prime luci dell'alba.
I segni gialli e i Tau sono scomparsi, non ci sono ... mi oriento con la cartina della guida e chiedendo ai pochi automobilisti che incrocio; con qualche difficoltà riesco comunque raggiungere la strada che inizia a salire verso San Benedetto.
Devo prestare molta attenzione alle descrizioni del percorso riportate sulla guida, in particolare alle indicazioni destra / sinistra. Senza riferimenti precisi si può scambiare un bivio per una altro e prendere una direzione sbagliata, la cosa migliore è affidarsi alla cartina .... cercare i riferimenti sul territorio e seguire così la via corretta ..... mi sono trovato ad un bivio che la guida descrive con un gruppo di pini e indica di girare a destra quando invece è evidente che bisogna andare a sinistra. Seguo la logica della cartina e comincio a scendere sulla strada asfaltata verso San Benedetto ..... e finalmente trovo una tabella con il Tau .... non quello dipinto da Angela, ma quello riportato sulle tabelle poste dalla comunità montana.
La tabella indica di salire verso San Benedetto Vecchio - agritur ..... la guida non lo menziona, ma dal momento che è la prima tabella che "incontro" mi pare giusto seguirla.
La salita è faticosa, ma la vista di una vecchia torre medievale che svetta in cima mi attira.
Arrivo così sulla sommità del colle dove si ergono i resti della torre medievale e ..... dietro la torre scopro un moderno agritur ..... con tanto di piscina. In effetti la guida non ne parla e arrivare fino a qui non ha nessun senso a meno che uno non decida di fermarsi. Ho occasione di parlare con i due giovani e cordialissimi gestori ..... che poco sanno dei pellegrini, ....... del cammino che passa dalle loro parti, ma che dimostrano un grande interesse perchè sarebbero ben disposti a mettere a disposizione la loro struttura a questo tipo di "opportunità turistica". La titolare mi offre un caffè e un bicchiere d'acqua fresca e prima di riprendere il cammino mi da un pezzo di torta al cioccolato fatta da lei. Ringrazio vivamente della loro ospitalità e generosità e mi incammino sul sentiero.
In realtà il sentiero fa compiere un giro lungo e assurdo perchè dopo mezz'ora di marcia, mi ritrovo nella strada poco più avanti dal punto che avevo lasciato per seguire l'indicazione della tabella.
Scendo lungo la strada asfaltata fino a raggiungere l'abbazia di San Benedetto. Anche questa come la Pieve de Saddi, completamente ristrutturata, ma chiusa ...... altra opportunità di accoglienza per pellegrini sprecata. Spero in un futuro vicino, quando saranno migliaia i pellegrini a percorrere questo splendido cammino, che tali strutture vengano aperte e costituiscano una vera e propria rete di punti d'appoggio e riferimento. Riprendo a scendere e arrivo al bivio "C. Sorbo"; a destra la strada per Gubbio asfaltata, senza traffico; a sinistra il sentiero indicato dalla guida che sale in mezzo ai boschi e prati. Il terreno è ancora umido .... penso al fango dei giorni passati ..... alla fine decido di prendere la destra ..... la via indicatami da Tinca.
Devo dire che non mi sono pentito. La strada è tranquillissima e tra sali-scendi, attraversa prati e boschi. Simpatico l'incontro con una coppia di anziani poco prima di Mocaiana. Era quasi mezzogiorno e attraversando un piccolo centro abitato mi fermo ad una casetta situata lungo la strada per chiedere alla signora che vedevo al di la della finestra aperta, se mi poteva riempire la borraccia d'acqua. La signora s'affaccia e gentilmente mi indica la fontanella che sta sul lato del giardino ....... mi chiede chi sono, da dove vengo, dove vado e tra una chiacchiera e l'altra mi invita a fermarmi per il pranzo. Anche il marito interviene ..... li ringrazio vivamente, ma preferisco andare avanti ..... la tappa è lunga. Ci salutiamo e mi porto fino a Mocaiana.
Sono quasi le due del pomeriggio e sto cercando un bar dove mangiare un boccone e soprattutto una birra fresca .... perchè il caldo si sta facendo sentire. Ed ecco che rivedo il pellegrino Fra Luca .... che spunta da un'altra direzione (.... i famosi bivi destra/sinistra) perchè ha sbagliato strada. Un incontro che mi fa venire alla mente i re magi del presepe .... che provenienti da strade diverse si ritrovano poi sulla medesima via per proseguire insieme verso la stessa meta .... che per noi in questo momento decidiamo essere una buona birra seduti!! E' stato un incontro piacevole e decidiamo entrambi di fermarci al bar. Mentre beviamo con piacere la nostra birra in attesa che ci portino il panino, si unisce a noi un ciclista di passaggio ..... non sta facendo il cammino "in bici", ma passando un periodo di vacanza pedalando sulle strade dell'Umbria. La compagnia è buona la conversazione anche ... però ad un certo punto bisogna alzare le "chiappe". Manca ancora parecchio per arrivare a Gubbio e il tempo scorre .... e io tra l'altro non ho ancora trovato dove alloggiare per la notte. I frati di Sant'Ubaldo non hanno posto .... per me .... perchè quando telefona Fra Luca il posto cè ..... ,ma lui gioca in casa ed è sicuramente favorito. La casa di accoglienza, Pier Filippini accoglie i pellegrini per minimo due giorni altrimenti no. Al convento delle clarisse di Sant'Antonio accolgono ma il prezzo è impegnativo .... insomma sono sotto le stelle e un po' preoccupato. Salutiamo l'amico ciclista e con Fra Luca mi avvio verso Gubbio. Qualcuno al bar ci suggerisce che poco più avanti c'è una fermata di un servizio navetta che porta a Gubbio. La cosa ci garba anche perchè si cammina sulla strada trafficata e completamente sotto il sole. In realtà s'è trattato di una informazione sbagliata e così ci siamo fatti a piedi tutta la strada fino a Gubbio.
Arriviamo a Gubbio verso le sei di sera.
Entro con Fra Luca nella chiesa di San Francesco ai piedi della città, ma dopo un po' lo saluto perchè vedo che lui ci tiene (giustamente) a fermarsi , mentre io devo ancora trovare la sistemazione per la notte.
Promettiamo di incontrarci ancora.!
Vado al vicino ufficio informazioni e mi faccio dare indicazioni dove trovare un albergo economico, facilmente raggiungibile a piedi. Nella lista che mi presentano riconosco l'hotel "grotta dell'angelo" che avevo frequentato molti anni addietro in occasione di un meeting di nuoto al quale partecipava mio figlio più grande Tiziano. Era stata una buona occasione per fare con mia moglie Gianna e l'altro figlio Stefano tre giorni di vacanza.
Avevo un buon ricordo del locale e quindi decido per questo ..... tra l'altro raggiungibile in cinque minuti a piedi dall'ufficio turistico al quale mi ero rivolto. Prendo finalmento possesso della mia camera che sono le sei di sera passate .... stanco, ma contento per la bella giornata, per "fratello sole" che finalmente si è fatto sentire e vedere senza timori .... e per il fatto di essere in questa splendida città. Disteso tranquillo sul letto, metto in po' in ordine le idee e dico fra me e me: "è tardi, devo lavarmi e fare un po' di bucato, la città e troppo bella da visitare .... sono abbastanza cotto .... il prezzo del'hotel non è esagerato .... quasi quasi mi fermo un giorno ..." E fu così che a Gubbio mi fermai un giorno e ne valse decisamente la pena.



























venerdì, agosto 29, 2008

5^ tappa: Città di Castello - Pietralunga km 29

data Cammino, martedì 17 giugno 2008

Ieri sera prima di addormentarmi ho consultato la guida per prendere visione della tappa di oggi.
C'è un tratto di cammino da fare su strada normale dove passa il traffico locale. Non è molto frequentata, ma il tratto è piuttosto lungo e l'eperienza del giorno prima, mi induce a pensare di trovare un'alternativa.
Mentre faccio colazione chiedo alla titolare se c'è un servizio di Bus che può fare al mio caso, cioè evitare di percorre a piedi quel tratto .... " eh lo so" dice la signora "tutti i pellegrini mi fanno la stessa domanda .... purtroppo non ci sono pullman ... però c'è un signore che fa servizio pubblico con la sua auto e la può portare fino al punto in cui termina il tratto sulla provinciale .... anche ieri una comitiva di piemontesi ... , erano una decina hanno fatto così!" .... I Piemontesi sono più avanti di me ... però il gruppo si è assotigliato a quanto pare! Decido di procedere anch'io in questo modo e così mi faccio portare fino alla località "Battifossi" da dove il cammino si svincola dalla strada provinciale e sale per una piacevole strada bianca, tra boschi.
Cammino immerso nel silenzio rotto dal ticchettio delle racchette e del Tau sulla "concha".
Penso ai sentieri di Santiago dove ovunque lo sguardo tu girassi, davanti o dietro di te, sicuramente in breve tempo sarebbe spuntata la figura di un pellegrino ..... qui sono solo e continuo a camminare solo ..... ma qualcosa succede.
Poco prima della Pieve de Saddi trovo una persona seduta su di un sasso intenta a leggere un libro ..... lo zaino al suo fianco, il cappello all'australiana in testa, le racchette appoggiate sullo zaino e la tenuta da "camminante" non lasciano dubbi: non è un turista per caso!
Mi avvicino incredulo, saluto e chiedo subito se è un pellegrino in cammino ..... alza lo sguardo e mi fa vedere il libro ..... è il libro della guida "di qui passò Francesco" ..... Bingo!
Scambiamo due parole ci presentiamo e così vengo a sapere che è un frate Francescano (Fra Luca) di 70 anni portati benissimo, di origine veneta (Rovigoto) missionario in Giappone ..... è in Italia per un periodo di riposo e sta facendo questa esperienza sul cammino ideato da Angela Seracchioli.
Alloggia e si ferma nei conventi semimati lungo il cammino e poi riparte fino al prossimo. Lo invidio in un certo senso .... io devo pensare ogni giorno a telefonare a destra e a manca con l'angoscia e la speranza di trovare un buco per la notte....! Ci salutiamo promettendo di reincontarci di nuovo cammin facendo.
Poco dopo arrivo alla Pieve de Saddi, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Già dal III secolo dopo Cristo era un punto di ritrovo per i primi cristiani dell'alta valle del Tevere.
La struttura è completamente messa a nuovo ..... peccato sia chiusa perchè sarebbe un punto di sosta ideale per i pellegrini in cammino.
All'interno della chiesetta è conservata la famosa "costola del Drago" che sicuramente avrà attirato molti pellegrini in tempi passati ..... più verosimilmente si tratta di un osso fossile di dinosauro o giù di lì.
Riprendo la marcia lungo la stradina che diventa asfaltata e prosegue in mezzo la bosco. Mi fermo a mangiare un boccone in una piazzola usata dai boscaioli; ci sono cataste di tronchi pronte per essere portate via dai trattori.
A metà pomeriggio arrivo a Pietralunga e prendo alloggio all'Hotel Tinca .... non ho alternative se voglio restare in paese.
Pietralunga è un delizioso centro arrampicato su una collinetta posta nel fondovalle, tutto abbracciato intorno alla Rocca Longobarda che è il simbolo del paese stesso.
Mentre sto facendo la spesa viveri per la tappa di domani, comincia a piovere ..... mi prende un po' di sconforto!
Ceno nella pizzeria che il gentilissimo gestore dell'hotel, il signor Tinca, mi indica e scambio quattro chiacchiere con due donne che sono sedute al tavolo di fianco al mio. La più "informatica" delle due mi fà: "non si preoccupi perchè le previsioni dicono che pioverà fino alle 5 del mattino e poi ci sarà il sole per tutto il giorno e per i giorni successivi" ..... aveva perfettamente ragione per tutta la notte ha piovuto, anche intensamente e poi verso le cinque del mattino tutto è diventato tranquillo e al mio risveglio verso le sette uno splendido sole illuminava la vallata.

giovedì, agosto 28, 2008

4^ tappa: Le Burgne - Città di Castello

(da Sansepolcro a Città di Castello, 27km scrive la guida ...., ma per me sono di più)


data cammino, lunedì 16 giugno 2008

Prima di lasciare l'agritur, Patrizia mi chiede di scrivere due righe sul registro degli ospiti.
Ho tempo perchè la tappa di oggi fino a Città di Castello è molto breve e quindi l'accontento.
Riporto a memoria quanto avevo scritto (+ o -).
" Se io fossi un pellegrino del medioevo, epoca che ha dato lustro e merito a queste terre per le bellezze dell'arte e dell'architettura profuse, conosciute in tutto il mondo, scriverei così:
Giunto che fui in cima al colle, stanco e arso in gola, ebbi vision di esser arrivato nello paradiso. Venivo accolto da uno angelo che mi aprì le porte de uno splendido palazzo e subito spense la mia arsura con un calice di fresco e dolce nettare. Quindi venni accudito e rifocillato onde poter recuperar le forze de lo corpo stanco, sì da poter lo iorno appresso continuar lo lungo cammino e nutrir in codesto modo anche lo spirito mio.!! ..... ma sono un pellegrino dei nostri tempi e allora dirò un grazie di cuore a Patrizia e Maurizio, per come sono stato accolto, per la loro disponibilità e cordialità. Posso dire di aver trovato, per chi fa il pellegrino, un angolo di paradiso in terra.
Buon cammino anche a voi e a tutti i pellegrini che transiteranno per queste vie. "

Il cielo è coperto con dei nuvoloni neri che vanno e vengono, ma nel corso della giornata le cose andranno per il meglio. Si scende lungo una stradina di collina fino a sfociare nel fondo valle a Lerchi. Al bivio che immette nella statale faccio un curioso incontro con un automobilista che si offre a darmi un passaggio fino a Città di Castello. Dice che in città stà piovendo e tra poco lo farà anche quà ..... sono tentato .... i nuvoloni ci sono ...., ma avendo tempo a sufficenza, ringrazio e proseguo a piedi .... non vorrei prendermi un'altra tiratina d'orecchie!!
Cammino per quasi un chilometro sulla statale molto trafficata e stretta con auto e TIR che sfrecciano in continuazione .... sono quasi pentito di aver rifiutato il passaggio.
Poi finalmente il cammino esce dalla statale e sale sulla destra su una comoda stradina in mezzo la bosco, verso l'Eremo del Buon Riposo.
Comincia a fare caldo. Chiedo gentilmente ad una signora che vedo davanti all'uscio della sua villetta, se mi può riempire la borraccia d'acqua ... purtroppo non ci sono fontanelle e quindi in qualche modo bisogna arrangiarsi. Arrivato all'Eremo del buon Riposo, sento delle voci all'interno e cerco di richiamare l'attenzione delle persone che sono dentro per chiedere se possibile visitare il luogo, la guida lo consiglia ...., ma non ho risposta. Rimango con la mia curiosità e mi rimetto in marcia. Il cammino scende sempre in mezzo al bosco e offre una bella vista sulla città.
Alle porte della città , trovo un ristorantino che mi ispira e con 10,00€ mangio una buona bistecca, patatine, insalata, un quarto di buon vino rosso e caffè.
Più tardi prendo alloggio all'Hotel Umbria, buono per i pellegrini e gentilissime la titolare e la figlia. Il convento delle Clarisse aveva il numero di telefono errato sulla guida (rispondeva l'agritur le Burgne) e il monastero degli Zoccolanti era troppo fuori città e quindi ho ripiegato sull'hotel che comunque la guida riporta.
Chiaro che i costi in questo modo salgono ..... oltretutto sono solo e non posso dividere con nessuno!
Compio i "riti quotidiani" di ogni buon pellegrino (doccia, bucato, cura dei piedi ecc.) e poi esco a visitare la città che merita essere esplorata.
Forse avrò stampato in fronte "sono un pellegrino" fatto stà che faccio un incontro particolare che mi ha davvero colpito. Stavo uscendo da un tabacchino dove avevo acquistato una ricarica telefonica ( .... Tosca, pellegrina di Santiago, quanto mi costi !!!) quando mi si presenta di fronte un simpatico frate con tanto di barba bianca che mi fa un sorriso e mi allunga la mano ..... "Buongirono padre" gli dico, "sono un pellegrino mi chiamo Oriano e vengo da Belluno. Sto facendo il cammino di Francesco" .... "Sono pellegrino anch'io" mi risponde "ma di nome .... mi chiamo infatti Frate Pellegrino, sono il vescovo emerito della diocesi di Città di Castello" ....., ma che strano in 58 anni di vita è la prima volta che scambio due parole così, per strada, con un vescovo ..... per di più emerito ..... magie del cammino!! Parliamo di "pellegrini" di Città di Castello, di Belluno e poi ci salutiamo con calore. E' stato proprio un incontro inaspettato.
Visito la città in lungo e in largo e ne valeva la pena.
Per me il cammino non è solo la meta finale, ma è tutto ciò che s'incontra e quindi, visitare un luogo, una chiesa, un museo, un palazzo, parlare con la gente, sono parti del cammino.
Ecco perchè preferisco fare tappe brevi con possibilità di curare questo aspetto piuttosto che camminate di 10/12 ore al giorno.
Una buona pizza alla sera e poi dopo le telefonate a casa, sotto coperta ...... con le lenzuola e non il sacco a pelo.

3^ tappa: Sansepolcro - Le Burgne



data cammino, domenica 15 giugno 2008

Parto piuttosto tardi, perchè ho perso tempo nel cercare un bar per fare colazione.
Nello stesso bar trovo due del gruppo piemontese marito e moglie, che avendo qualche acciacco stanno andando alla stazione ferroviaria per raggiungere Città di Castello in treno.
La giornata è stupenda ..... mi auguro che regga fino a sera.
Cammino sulla strada statale molto trafficata, ma dopo il sottopasso con la E45 si procede per una stradina di campagna asfaltata, tranquilla in mezzo a campi e allevamenti di animali.
C'è molto silenzio intorno a me rotto solo dal tintinnio che il Tau produce battendo ad ogni mio passo, sulla conchiglia alla quale è legato, è un suono gradevole che mi accompagnerà lungo tutto il cammino.
Il sole è alto, sento le campane del mezzogiorno, fa caldo e la salita a Citerna mi fa sudare le sette camicie.
Mi fermo per mangiare un panino e bevo con gusto una birra ... che scende giù come acqua sui carboni ardenti. Mentre mangio, seduto su di un muretto, grossi nuvoloni minacciosi, mi passano sopra la testa .... temo che il tempo bello non regga fino a sera. Giro un po' per il paese che è grazioso e vale proprio una visitina .... peccato che le chiese siano chiuse! Percorro il camminamento medievale coperto molto ben recuperato e riprendo la via del cammino.
Il paesaggio si fà veramente bello e dolce, mi trovo in mezzo tra le colline della Toscana e dell'Umbria.
Mi fermo ad un bivio per consultare la cartina, un uomo intento ai lavori dei campi mi vede, capisce che sono un pellegrino e indica la via da prendere .... una situazione che mi ricorda un po' Santiago...!
Dopo la discesa da Citerna, il cammino riprende a salire. E' la caratteristica di questo cammino, un continuo sali scendi, su e giù. L'ascesa è piuttosto lunga, arrivo alla sommità del colle abbastanza stanco ...... sono le 16.00, Città di Castello è ancora distante .... e decido di fermarmi qui all'agritur "le Burgne" anche perchè in previsione, avevo già prenotato .....!
L'accoglienza è squisita; come arrivo, la titolare mi offre un aperitivo fresco della casa e della sangria ...... troppa grazia buona gente!
Come alloggio ho una camera matrimoniale superconfortevole e dopo doccia e il bucato scendo in giardino. Mi fermo a parlare con una giovane coppia di Cesena e dei loro amici che stanno soggiornando all'agritur, interessati al cammino che sto facendo, al cammino di Santiago .... insomma alle esperienze da pellegrino.
La cena è ottima e abbondante (... anche il vino) e ottima è anche la compagnia di Maurizio e Patrizia la titolare del locale. Maurizio, ceraiolo di Gubbio, mi racconta tutta la storia della corsa dei ceri di Gubbio.
Patrizia, la titolare, mi racconta di come qualche anno fa ha conosciuto Angela Seracchioli, l'ideatrice di questo cammino. "C'era una tormenta gelida quando Angela bussò alla porta, infreddolita, infangata, bagnata fradicia, con nelle mani un secchiello di colore giallo e un pennello gocciolante .... stava segnando il cammino e chiedeva di poter entrare a riscaldarsi. Avevo già chiuso il locale e terminate le pulizie ..... come potevo far entrare "questa ..." in simili condizioni ..... mi avrebbe infangato il locale al punto da dover ricominciare nuovamente le pulizie ...... ma non potevo lasciarla fuori al freddo e sotto la pioggia ..... e così ci siamo conosciute" e "le Burgne" è diventato un punto di riferimento per i pellegrini.
Anche questo fa parte della storia del cammino.
Il cielo è grigio, fa fresco ma non piove. Sono le dieci di sera passate e vado sotto coperta ..... domani è un altro giorno e si vedrà!

2^ tappa: Eremo del Cerbaiolo - Sansepolcro km 29




data cammino, sabato 14 giugno 2008

Sveglia poco prima delle sette. Subito do uno sguardo fuori dalla finestra. Non piove il cielo è coperto, ma qualche squarcio di azzurro quà e là fanno sperare per il meglio ...... voglio essere ottimista!
Raccolgo la biancheria che con l'ausilio di un "Phone" sono riuscito ad asciugare ..... anche gli scarponcini sono asciutti. Preparo lo zaino e scendo a fare colazione.
Daniele, un ragazzo di Ravenna, ieri sera ha dato il cambio ai due milanesi che si portavano all'ostello francescano. Anche Daniele passa i suoi fine settimana a dare una mano a Chiara ..... in un certo senso ammiro queste persone per la volontà di fare veramente qualcosa di concreto nei confronti di chi ha bisogno.
Saluto cordialmente Chiara, questo personaggio unico, fuori dal tempo ..... che non potrò mai dimenticare.
Mi rimetto quindi in cammino, ma dopo neanche mezz'ora, incomincia a piovere.
Estraggo dallo zaino la solita mantellina e il copri zaino e mentre sono intento in queste operazioni, un "pensionato" in cerca di funghi, sta scendendo con un fuoristrada lungo lo stesso mio sentiero. Ne approfitto per chiedergli conferma di essere sulla strada giusta per il valico di Viamaggio. Viste le condizioni meteorologiche e del terreno fangoso, è un po' dubbioso che quella sia la strada migliore e mi consiglia di seguire la carrareccia che passa poco più sotto ..... anzi si offre gentilmente di darmi uno strappo. La tentazione è forte ..... la pioggia sta aumentando e cedo all'invito e così mi porta fino al valico. Lo ringrazio del buon cuore e mentre sta piovendo e una gelida nebbia copre tutto, entro nella locanda omonima .... in attesa che il tempo migliori.
Circa un'ora dopo vengo raggiunto dal gruppo dei pellegrini incontrati ieri al bar di Pieve di Santo Stefano. Sono in diciotto e vengono dal Piemonte. Renzo, il capogruppo con il quale faccio amicizia, mi fa sapere che l'età media del gruppo è di 63 anni .... complimenti! Qualcuno si meraviglia della mia presenza così in anticipo rispetto a loro, ma soprattutto del fatto che, mentre loro sono fradici e infangati fino alle ginocchia io sono bello asciutto e pulito ..... svelo il mistero del passaggio in Jeep e mi prendo una tiratina di orecchie ....!
"Fratello sole" finalmente ha la meglio, la nebbia si dissolve e così decidiamo di partire.
Faccio da apripista anche perchè il gruppo procede più lento. Dopo poco più di mezz'ora ricomincia a piovere e camminare in mezzo al bosco diventa difficoltoso. Si scivola e qualcuno del gruppo cade nel fango .... tra le risate di tutti!
Il gruppo è rimasto un po' indietro, ma sento le loro voci. Finalmente esco dal bosco e sempre sotto la pioggia procedo per una carrareccia con ghiaino.
La strada buona finisce poco dopo, perchè poi continua in terra battuta .... che con la pioggia si è trasformata in un pantano immenso. Cammino in queste condizioni per più di un ora .... poi la pioggia finisce le nuvole si aprono, il sole e l'azzurro del cielo danno una carica di ottimismo ..... e anche la strada ridiventa percorribile.
Arrivo al pian delle Capanne alle 13.00 (le indicazioni dei tempi di percorrenza che si leggono sulle tabelle sono fuorvianti ...).
Nuvoloni neri si alzano nuovamente di fronte a me nella direzione di Montecasale .... ancora pioggia ..... ancora fango?? NooooOO! per favore! BastaaAAA!
Decido così di prendere una deviazione su strada normale che porta fino a Sansepolcro saltando purtroppo il convento di Montecasale.
Prima di entrare in città una deviazione fa risalire nuovamente il percorso ..... è il colpo di grazia .... dopo 8 ore di cammino non ci voleva, ma è l'ultimo sforzo. Su questo breve sentiero alle soglie della città, incrocio un capriolo e due serpenti .... come incontri ravvicinati non è male .... ieri un cinghiale .... mi mancano due coccodrilli e un orango tango, l'aquila reale .... e poi posso cantare la canzoncina che imparano tutti i bambini all'asilo!! Arrivo all'ostello dei frati cappuccini verso le 17.00 con un sole splendido (finalmente!), in tempo per fare una bella doccia e il bucato, pantaloni e scarpe compresi. Faccio conoscenza con Padre Pier Maria direttore del collegio. Parliamo un po' di pellegrini, di Chiara l'eremita del Cerbaiolo e mi fa visitare tutta la struttura, cucine, cantine, camere, sala mensa. Dopo un'ora abbondante arrivano anche i piemontesi .... pure loro viste le condizioni meteo hanno evitato di passare per Montecasale. Usciamo a cena assieme .... questa sera non sono solo, ma in compagnia