domenica, settembre 07, 2008

10° giorno: il rientro, le riflessioni


data cammino, lunedì 23 giugno


Sono le nove del mattino, quando saluto Angela al suo ostello e i tre pellegrini che si erano aggiunti ieri sera, Ignacio e Paloma dalla Spagna e Luca dall'Italia.
Ieri sera Angela ci ha portati a San Damiano .... ci teneva tanto e non voleva giustamente stare ai fornelli. Era la festa del "voto" che ricorda il voto di ringraziamento che la città di Assisi fece a Chiara, per aver fermato l'invasione da parte dei Saraceni. Una cerimonia molto partecipata e suggestiva.
Siamo rientrati all'ostello attorno alla 22.30 e Angela ha trovato la forza di tirare fuori qualcosa dal frigo .... come "Eta Beta" e inventare una cena pellegrina.

Il momento è arrivato, saluto tutti e con lo zaino sulle spalle parto alla volta della stazione.
Il treno parte, Assisi si allontana .... un piccolo magone mi prende in gola ..... forse potevo continuare, ma ormai la decisione è presa.
Mi convinco di avere a questo punto un impegno per l'anno prossimo: completare il cammino ed arrivare a Poggio Bustone.
Ora è tempo di ritorno a casa.




Le riflessioni


Sono passati quasi tre mesi da questo mio breve cammino e solo ora mi sono preso il tempo di "buttare" nel blog gli appunti di "cammino" che avevo scritto giornalmente sul blocco notes.
Ho avuto tempo per metabolizzare questa esperienza e di fare alcune riflessioni.
Sicuramente il cammino di Santiago è la radice che sta alla base di ogni pellegrino dei nostri tempi.
Quei pochi pellegrini che ho avuto il piacere di incrociare sui miei passi durante questo cammino, sono tutti "reduci" di Santiago, ad eccezione del gruppo di piemontesi che facevano periodicamente esperienze di "trakking" ed avevano un'organizzazione tutta loro e particolare.

Errore fondamentale però, che ho commesso anch'io, è quello di partire per questo cammino pensando di trovare la stessa situazione del cammino di Santiago.
Lo spirito è sicuramente lo stesso, ma il resto non si può confrontare.
Santiago, che può essere considerato, "la madre di tutti i cammini" ha mille anni di storia ed ha avuto il tempo affinchè si creassero le strutture di supporto, ostelli, tracciatura, guide, documentazione ecc. e soprattutto si formassero le mentalità giuste perchè il cammino venisse accettato sia dalla gente che dalle istituzioni, come un patrimonio da custodire e valorizzare. Le città, i paesi attraversati dal cammino di Santiago, hanno incorporato nel loro interno la figura del pellegrino e del cammino.
Il cammino "di qui passò Francesco" è ancora in embrione e queste cose devono crescere, svilupparsi .... e Angela Seracchioli che ne è il motore, l'anima e il corpo, lo sa benissimo e si sta tenacemente battendo perchè ciò avvenga.
Quando anche qui si sarà formata la giusta mentalità da parte di chi è nelle istituzioni sia pubbliche che ecclesiastiche, allora questo cammino prenderà il volo, perchè ha un potenziale dentro di se di grande spessore che non invidia Santiago.
Siamo nel cuore verde dell'Italia in un territorio splendido. Si attraversano città dalle antiche radici storiche come Gubbio, Assisi, Spoleto per citare solo le più conosciute, ricche di tesori artistici e culturali e su tutto, da La Verna ad Assisi e oltre si avverte la "presenza" di Francesco.
Tutti ingredienti quindi che non possono non far decollare quest'idea del cammino .... non bisogna lasciarla sola a se stessa e frantumarla in mille rivoli.

Riporto un estratto della lettera che su sollecitazione di Angela ho inviato alle autorità ecclesiastiche di Assisi scritta dopo questa mia esperienza diretta:
" ..... Ad un mese di distanza da questa esperienza, dopo aver riflettuto, meditato e confrontato questo cammino con il precedente a Santiago, ho capito una cosa.
Il cammino di Francesco, ha dentro di se una grande potenzialità che Santiago non ha, se non in minima parte e che quindi può farlo diventare una grande opportunità per noi pellegrini e per le vostre comunità.
Mi riferisco alle comunità di frati e suore dei vari ordini, che numerose ancora vivono e prosperano nei monasteri sparsi lungo quei sentieri e alle strutture a questi ordini collegate che molto spesso sono chiuse.
C’è stata una cosa in questo cammino che mi ha un po’ “disturbato” da quello che poteva essere un cammino completamente appagante e cioè il fatto di dover ogni giorno telefonare a più riferimenti per poter sapere dove dormire la notte ….. e magari sentirsi dire che non ospitavano, che erano chiusi, che non accoglievano più …..
Come sarebbe bello e meraviglioso invece se, come un tempo le porte dei monasteri si aprissero ai pellegrini offrendo loro quel poco di sostegno di cui necessitano.
Un tetto sotto il quale ripararsi per la notte e dalla pioggia, la possibilità di mangiare un boccone se la struttura lo permette ….. non serve il menù alla carta, una doccia un bagno per la pulizia e l’igiene personale.
Che occasione d’incontro, di scambio tra pellegrini e frati o suore qualora ciò avvenisse; che magnifica opportunità di crescita spirituale per noi pellegrini poter stare a tu per tu con persone che vivono quotidianamente il messaggio di Cristo.
Quanto ci potreste dare e quanto potremo ricevere da una simile situazione.
Che grande cosa sarebbe poter percorrere il nostro cammino, passando da un convento all’altro, da una struttura legata alle vostre comunità, all’altra.
Non abbiate paura, aprite le vostre porte, dateci la possibilità di conoscere i custodi della fede oggi.
Ricostruiamo un modello di vita perduto, dimenticato, finito sui libri di storia cristiana e pellegrina.
Recuperiamo un patrimonio spirituale, quello dei pellegrini che partivano a piedi verso l’ignoto alla ricerca di risposte sulla vita, di cui noi laici abbiamo oggi infinitamente bisogno e siamo alla ricerca.
Noi busseremo alle vostre porte e voi apritecele; cresceremo entrambi, ed entrambi ne trarremmo giovamento.
Non lasciamo che a impossessarsi di questa opportunità siano i soliti “mercanti e cercatori di profitto", ….. perché questo cammino crescerà e crescerà sempre di più e presto vedremo code di pellegrini camminare su quei sentieri.
Io credo che anche coinvolgendo associazioni di laici volontari, sarebbe possibile aprire queste strutture oltre a quelle che già ospitano e offrire ai pellegrini dei punti di riferimento per una sosta sicura e ad un giusto prezzo. ......."

Io sono convinto che nel giro di qualche anno le cose cambieranno.
Il lavoro di Angela è stato grandissimo. Da niente lei ha realizzato questa sua idea, cucendo insieme sentieri che già esistevano, dando vita così ad un cammino.
Angela ha tracciato il solco e buttato il seme ..... che sta germogliando e diventando sempre più grande e robusto.
Sta alle istituzioni pubbliche ed ecclesiastiche saperne cogliere e soprattutto valorizzare i frutti.
I pellegrini faranno la loro parte camminando su questi sentieri, come ieri hanno camminato su quelli di Santiago, perchè lo sanno che è camminando ..... che nasce un "cammino"

Oriano.

1 commento:

Anonimo ha detto...

buon Natale,
trovo sia veramente una buona idea quella di inviare questa testimonianza sul cammino di San Francesco.
Anchio mi sono informato per intrapprendere questo cammino, le varie informazioni raccolte mi fanno capire che non si trova molta possibilità d'ospitalità.
un saluto Maurizio