domenica, settembre 07, 2008

10° giorno: il rientro, le riflessioni


data cammino, lunedì 23 giugno


Sono le nove del mattino, quando saluto Angela al suo ostello e i tre pellegrini che si erano aggiunti ieri sera, Ignacio e Paloma dalla Spagna e Luca dall'Italia.
Ieri sera Angela ci ha portati a San Damiano .... ci teneva tanto e non voleva giustamente stare ai fornelli. Era la festa del "voto" che ricorda il voto di ringraziamento che la città di Assisi fece a Chiara, per aver fermato l'invasione da parte dei Saraceni. Una cerimonia molto partecipata e suggestiva.
Siamo rientrati all'ostello attorno alla 22.30 e Angela ha trovato la forza di tirare fuori qualcosa dal frigo .... come "Eta Beta" e inventare una cena pellegrina.

Il momento è arrivato, saluto tutti e con lo zaino sulle spalle parto alla volta della stazione.
Il treno parte, Assisi si allontana .... un piccolo magone mi prende in gola ..... forse potevo continuare, ma ormai la decisione è presa.
Mi convinco di avere a questo punto un impegno per l'anno prossimo: completare il cammino ed arrivare a Poggio Bustone.
Ora è tempo di ritorno a casa.




Le riflessioni


Sono passati quasi tre mesi da questo mio breve cammino e solo ora mi sono preso il tempo di "buttare" nel blog gli appunti di "cammino" che avevo scritto giornalmente sul blocco notes.
Ho avuto tempo per metabolizzare questa esperienza e di fare alcune riflessioni.
Sicuramente il cammino di Santiago è la radice che sta alla base di ogni pellegrino dei nostri tempi.
Quei pochi pellegrini che ho avuto il piacere di incrociare sui miei passi durante questo cammino, sono tutti "reduci" di Santiago, ad eccezione del gruppo di piemontesi che facevano periodicamente esperienze di "trakking" ed avevano un'organizzazione tutta loro e particolare.

Errore fondamentale però, che ho commesso anch'io, è quello di partire per questo cammino pensando di trovare la stessa situazione del cammino di Santiago.
Lo spirito è sicuramente lo stesso, ma il resto non si può confrontare.
Santiago, che può essere considerato, "la madre di tutti i cammini" ha mille anni di storia ed ha avuto il tempo affinchè si creassero le strutture di supporto, ostelli, tracciatura, guide, documentazione ecc. e soprattutto si formassero le mentalità giuste perchè il cammino venisse accettato sia dalla gente che dalle istituzioni, come un patrimonio da custodire e valorizzare. Le città, i paesi attraversati dal cammino di Santiago, hanno incorporato nel loro interno la figura del pellegrino e del cammino.
Il cammino "di qui passò Francesco" è ancora in embrione e queste cose devono crescere, svilupparsi .... e Angela Seracchioli che ne è il motore, l'anima e il corpo, lo sa benissimo e si sta tenacemente battendo perchè ciò avvenga.
Quando anche qui si sarà formata la giusta mentalità da parte di chi è nelle istituzioni sia pubbliche che ecclesiastiche, allora questo cammino prenderà il volo, perchè ha un potenziale dentro di se di grande spessore che non invidia Santiago.
Siamo nel cuore verde dell'Italia in un territorio splendido. Si attraversano città dalle antiche radici storiche come Gubbio, Assisi, Spoleto per citare solo le più conosciute, ricche di tesori artistici e culturali e su tutto, da La Verna ad Assisi e oltre si avverte la "presenza" di Francesco.
Tutti ingredienti quindi che non possono non far decollare quest'idea del cammino .... non bisogna lasciarla sola a se stessa e frantumarla in mille rivoli.

Riporto un estratto della lettera che su sollecitazione di Angela ho inviato alle autorità ecclesiastiche di Assisi scritta dopo questa mia esperienza diretta:
" ..... Ad un mese di distanza da questa esperienza, dopo aver riflettuto, meditato e confrontato questo cammino con il precedente a Santiago, ho capito una cosa.
Il cammino di Francesco, ha dentro di se una grande potenzialità che Santiago non ha, se non in minima parte e che quindi può farlo diventare una grande opportunità per noi pellegrini e per le vostre comunità.
Mi riferisco alle comunità di frati e suore dei vari ordini, che numerose ancora vivono e prosperano nei monasteri sparsi lungo quei sentieri e alle strutture a questi ordini collegate che molto spesso sono chiuse.
C’è stata una cosa in questo cammino che mi ha un po’ “disturbato” da quello che poteva essere un cammino completamente appagante e cioè il fatto di dover ogni giorno telefonare a più riferimenti per poter sapere dove dormire la notte ….. e magari sentirsi dire che non ospitavano, che erano chiusi, che non accoglievano più …..
Come sarebbe bello e meraviglioso invece se, come un tempo le porte dei monasteri si aprissero ai pellegrini offrendo loro quel poco di sostegno di cui necessitano.
Un tetto sotto il quale ripararsi per la notte e dalla pioggia, la possibilità di mangiare un boccone se la struttura lo permette ….. non serve il menù alla carta, una doccia un bagno per la pulizia e l’igiene personale.
Che occasione d’incontro, di scambio tra pellegrini e frati o suore qualora ciò avvenisse; che magnifica opportunità di crescita spirituale per noi pellegrini poter stare a tu per tu con persone che vivono quotidianamente il messaggio di Cristo.
Quanto ci potreste dare e quanto potremo ricevere da una simile situazione.
Che grande cosa sarebbe poter percorrere il nostro cammino, passando da un convento all’altro, da una struttura legata alle vostre comunità, all’altra.
Non abbiate paura, aprite le vostre porte, dateci la possibilità di conoscere i custodi della fede oggi.
Ricostruiamo un modello di vita perduto, dimenticato, finito sui libri di storia cristiana e pellegrina.
Recuperiamo un patrimonio spirituale, quello dei pellegrini che partivano a piedi verso l’ignoto alla ricerca di risposte sulla vita, di cui noi laici abbiamo oggi infinitamente bisogno e siamo alla ricerca.
Noi busseremo alle vostre porte e voi apritecele; cresceremo entrambi, ed entrambi ne trarremmo giovamento.
Non lasciamo che a impossessarsi di questa opportunità siano i soliti “mercanti e cercatori di profitto", ….. perché questo cammino crescerà e crescerà sempre di più e presto vedremo code di pellegrini camminare su quei sentieri.
Io credo che anche coinvolgendo associazioni di laici volontari, sarebbe possibile aprire queste strutture oltre a quelle che già ospitano e offrire ai pellegrini dei punti di riferimento per una sosta sicura e ad un giusto prezzo. ......."

Io sono convinto che nel giro di qualche anno le cose cambieranno.
Il lavoro di Angela è stato grandissimo. Da niente lei ha realizzato questa sua idea, cucendo insieme sentieri che già esistevano, dando vita così ad un cammino.
Angela ha tracciato il solco e buttato il seme ..... che sta germogliando e diventando sempre più grande e robusto.
Sta alle istituzioni pubbliche ed ecclesiastiche saperne cogliere e soprattutto valorizzare i frutti.
I pellegrini faranno la loro parte camminando su questi sentieri, come ieri hanno camminato su quelli di Santiago, perchè lo sanno che è camminando ..... che nasce un "cammino"

Oriano.

venerdì, settembre 05, 2008

9° giorno: Assisi - I segni dei pellegrini; passi che si incrociano


data cammino, domenica 22 giugno 2008


Ieri ho esaurito la spinta interiore per continuare questo cammino.
Troppo bello e troppo emozionante è stato l'arrivo davanti alla basilica di San Francesco.
Mi sono scaricato, svuotato; il mio cammino finisce qui, lo riprenderò per raggiungere Poggio Bustone, l'anno prossimo.
Dopo tutto l'idea non mi dispiace, avrò un inverno intero per ritrovare la carica giusta che mi spinga a rimettere lo zaino in spalle.
Oggi voglio godermi Assisi come un visitatore qualsiasi, anzi come un pellegrino!
Angela infatti mi ha suggerito alcuni posti da vedere, significativi per un pellegrino e che testimoniano come secoli di storia di pellegrini, si intreccino con Assisi e Santiago.
E allora parto alla ricerca dei vecchi segni dei pellegrini in Assisi.

La chiesa di San Giacomo al Murorupto.

Venne costruita attorno all'anno 1000 da un ricco signore che per espiare le sue colpe, barattò un rischioso e lungo pellegrinaggio a Santiago con la costruzione di una chiesa dedicata al santo protettore dei pellegrini, San Giacomo, che poi donò all'abbazia di Farfa in Sabina.
Ecco il primo segno Santiago-Assisi.










Oratorio dei pellegrini.

Lungo la strada che da piazza del comune conduce alla basilica, dietro ad una porta a vetro che la protegge, c'è questa piccola cappella che un tempo era la chiesa dell'ostello dei pellegrini. Sulla parete di destra troneggia l'affresco che rappresenta il miracolo dei galli di Santo Domingo de la Calzada. Si vedono il giovane impiccato sorretto da San Giacomo.
Ecco il secondo segno Santiago - Assisi.











il vecchio ostello dei pellegrini.

Quello che oggi è uno dei tanti negozi di Assisi, un tempo ... nel medioevo, era un ricovero per pellegrini come lo testimoniano le due conchiglie scolpite nella pietra sulla chiave di volta del portale (clicca sulla foto sotto per ingrandire). Situato vicino alla Porta che scendendo da piazza del comune si apre verso la piazza di Santa Chiara, era il luogo di incontro e di ritrovo dei pellegrini diretti a Santiago che per meglio proteggersi dai pericoli di un così lungo viaggio, si mettevano in gruppo e insieme partivano.
Ecco il terzo segno Santiago - Assisi























Passi che si incrociano; storie di ieri, storie di oggi.
Passi di pellegrini che un tempo camminavano verso Santiago, passi di pellegrini che oggi camminano verso Assisi.
Nulla di nuovo sotto il sole dunque, ma soltanto la riscoperta di un mondo che sembrava dissolto e che lentamente, come lento è il tempo del pellegrino, sta rinascendo.



giovedì, settembre 04, 2008

8^ tappa: Castello di Biscina - Assisi km 27


data cammino, sabato 21 giugno 2008


La tappa di ieri con gli inconvenienti incontrati è stata dura, ma la tranquillità del luogo, la sistemazione, la buona cena e il buon letto mi hanno fatto dimenticare tutto.
Il panorama dal colle di Biscina è splendido ho anche la fortuna di vedere una delle rare volte in cui nel bacino artificiale del lago, c'è l'acqua .... penso che le pioggie continue che da più di un mese colpiscono l'Italia dal centro al nord, abbiano contribuito notevolmente.
Il cielo sereno, la giornata splendida e la prospettiva di arrivare ad Assisi mi danno la giusta carica. Saluto cordialmente la gentile titolare, saldo il mio conto ..... non certo da pellegrino di Santiago ... , ma l'alternativa era dormire sotto le stelle .... e mi rimetto in strada. Il tracciato non è molto segnato, arrivo comunque a Valfrabbrica senza tanti problemi. L'ambiente è bello molto verde e solitario, anche se un buon pezzo di strada è su asfalto, ma non passa nessuno.
Prima di entrare in paese passo davanti all'ostello dove hanno dormito Anna e Thomas. E' quasi mezzogiorno e faccio uno spuntino al bar per riprendere quasi subito il cammino verso Pieve di San Nicolò. La salita del "fosso delle lupe" è abbastanza dura, anchè perchè il terreno è fangoso e si scivola. Una volta terminata la lunga salita e arrivato in cresta, una miriade di strade bianche, incroci, disorientano. Le descrizioni della guida e i riferimenti non sono chiari, la cartina non riporta tutte le stradine e avanzo con mille dubbi. Fa caldo, il sole è alto e ho bisogna d'acqua. Chiedo ad un signore che appare sul vialetto di casa se gentilmente mi può riempire la borraccia e lo fa volentieri scambiando quattro chiacchiere con me. Mi chiede se voglio che metta del sale Himalayano nell'acqua che ripristina i sali perduti con la sudorazione ... rimango basito perchè è la prima volta che sento parlare di sali dell'Himalaya ... faccio finta di niente e dico no grazie ... basta l'acqua naturale. Mi da alcune indicazioni sulla strada da seguire e proseguo il cammino. Mi si apre il cuore quando da lontano vedo le mura della Rocca maggiore di Assisi ..... che emozione .... ci sto arrivando!
Ormai viaggio più per istinto che con la guida .... Assisi è là ... in quella direzione ... ultreya!
La mente ormai è oltre ai miei passi ed è già in attesa dell'evento, dell'arrivo davanti alla basilica di San Francesco,
Passo sotto porta San Giacomo con un piacere immenso. Ricordo il capodanno "pellegrino" trascorso a fine 2007, qui ad Assisi con Gianna, Toni e Francesca, Francesco e Michela. Alloggiavamo all'hotel San Giacomo proprio qui a fianco della porta che gli da il nome .... ricordo la promessa fatta alla titolare dell'hotel alla quale avevo detto : " ... io quest'estate tornerò ad Assisi ..., ma a piedi e passerò sotto questa porta. Verrò a salutarla e lei mi offrirà un bicchier d'acqua fresca perchè sicuramente sarò stanco e assetato ...." Mi affaccio nella reception dell'albergo e la signora da dietro il bancone mi scorge e puntando il dito mi fà: " .... pellegrino ... Santiago". Ci salutiamo calorosamente, mi vuole offrire una birra, un the, una caffè ...., ma le ricordo la promessa del bicchiere d'acqua ... e mantiene la parola data. Due parole di nuovo, un saluto caloroso e riprendo la marcia verso la basilica.
Mi emoziono anche adesso mentre sto trascrivendo queste righe dal blocco notes al computer, nel ricordare quel momento.
Quanto l'avevo pensato, quanto l'avevo immaginato .... come l'arrivo a Santiago.
Sono arrivato a piedi ad Assisi davanti alla Basilica di quel "piccolo uomo" che ha scatenato un terremoto all'interno della chiesa di allora e che ancora oggi scuote le coscienze di molti di noi.
Scendo nella basilica inferiore con il mio zaino in spalle, anche se un frate gentilmente si offre di togliermelo e depositarlo in luogo sicuro, ma dico di no, ho un appuntamento con Francesco e voglio presentarmi davanti a lui così come sono, come lo sono stato per una settimana per arrivare fino a qua.
Porto con me un pensiero per la mia famiglia, i miei cari, gli amici e quelli che conosco.
Il tempo passa senza che me ne accorga ed è giunto il momento di portarmi all'ostello "Perfetta Letizia" e abbracciare Angela.
Voglio farle uno scherzetto e fermo davanti al portoncino del suo ostello la chiamo al cellulare:
"Ciao Angela sono Oriano ..."
"
OrrrianooooO pensavo fossi già qui a quest'ora, ti sto aspettando..."
"Angela devi venirmi a prendere ... mi sono perso non so dove sono ... "

".... come ti sei perso ... dove sei ??"
" ... non lo so. Non capisco più nulla. Sono davanti ad una tabella che dice ... aspetta , devo togliermi gli occhiali"
" ...Si .... si, che c'è scritto?"
"Allora ... c'è un Tau e c'è scritto ... dunque .... Per fet ta Le ti zia..."
".... ma vai a farti frrriggere ... mi hai messo in agitazione ......vengo ad aprirti!"
Ciao Angelaaaa, .... OrrrianoooO!
Un forte abbraccio come due vecchi amici e finalmente vengo accolto dalla ospitalera Angela, il motore, l'anima e il corpo di questo cammino.
Penso a come ho conosciuto Angela ... tre anni fa quando mi stavo documentando sul cammino di Santiago e mi sono imbattuto nel suo diario.
L'ho letto, mi ha emozionato, le ho scritto ci siamo scritti via e-mail più volte. Poi i nostri passi si sono incrociati con la storia di Denis il francese che io ho conosciuto a Santiago e che è stato ospite ad Assisi proprio nell'ostello di Angela; il passaggio degli amici bellunesi Guido e Giovanni; il capodanno pellegrino 2007 nel suo ostello .... insomma i nostri passi, come dice il titolo del suo libro, si sono incrociati più volte.
Mi presenta altri pellegrini che sono di passaggio all'ostello; chi ha fatto il cammino di Santiago, chi "di qui passò Francesco", sono qui per salutare Angela e si fermano a cena.
Un paio di ore dopo arrivano Anna e Thomas ... il gruppo aumenta e finalmente una cena pellegrina davanti ad una buona tavola e a una buona compagnia. A fine cena poi arriva anche Fra Luca vestito da frate e non da pellegrino, che ovviamente rivedo e saluto con gioia. Alloggia nel vicino convento di Santa Maria degli Angeli. I discorsi si intrecciano, la compagnia è ottima ...., ma la stanchezza si fa sentire, Anna e Thomas il giorno dopo sono ancora in cammino ... ad un certo punto quindi la tavolata si scioglie e tutti a nanna.
Io sento che il mio cammino finisce qui, ad Assisi.
L'arrivo alla basilica mi ha talmente scaricato di tensione e appagato che non avverto più la spinta per continuare.
Domani comunque mi fermo ad Assisi ... poi si vedrà.







mercoledì, settembre 03, 2008

7^tappa: Gubbio - Biscina km 22 ... se non avessi sbagliato strada. Con la deviazione, 28 Km


data cammino, venerdì 20 giugno 2008


Il giorno di sosta a Gubbio mi ha rigenerato soprattutto nello spirito. Fisicamente non più di tanto, perchè comunque ho camminato molto girando Gubbio in tutti i suoi angoli ..... e mi sono goduto appieno le sue bellezze.
Prima di riprendere il cammino ho letto la guida che informa delle difficoltà della segnaletica del cammino da qui fino ad Assisi.
In effetti è vero oltre alla scarsità dei "Tau" e delle frecce gialle, c'è un accavallarsi di tabelle che indicano cammini come "la via della pace," che portano sempre ad Assisi e però a mio avviso sono poco chiare, generano confusione e non sono mai nei punti dove servirebbero.
Parto attorno alle 8.00 dopo una buona colazione alla "Grotta dell'Angelo" e vado alla ricerca della via giusta da seguire.
Non è facile orientarsi, ma un po' con la guida, un po' chiedendo, arrivo alla "Vittorina" la chiesetta sul luogo dove avvenne il famoso "miracolo" di San Francesco e il lupo. Chi non conosce questa storia?? E' forse l'icona più famosa di Francesco e di Gubbio riconosciuta in tutto il mondo.
Bisogna prestare attenzione alle frecce gialle che ci sono, ma non ben evidenti.
Si cammina su asfalto e poco dopo Ponte d'Assi la ricerca della via giusta si fa complicata. Traffico, bivi, rotonde, svincoli ..... vado per istinto, ma con il continuo dubbio di dover ritornare sui miei passi ...... Tau e frecce gialle non esistono. Finalmente vedo la tabella per San Vittorino indicata sulla Guida come riferimento da seguire, quindi mi sento sulla strada giusta ..... la vista poi di due pellegrini che mi stanno raggiungendo mi conforta ..... a meno che non succeda come a Santiago che i pellegrini che stanno dietro seguono quelli che sono davanti e così tutti finiscono nel fosso ....!
Due nuovi pellegrini finalmente, Anna di Roma e Thomas "tedesco di Germania".
Sono i primi veri pellegrini che incontro a parte Fra Luca .... che è pellegrino per istituzione... !!
Anche loro hanno fatto il cammino di Santiago .... anzi si sono conosciuti là .... una delle tante storie e degli incontri che Santiago combina ...!
Continuiamo insieme e chiacchiero volentieri con Anna che parla anche il tedesco, mentre Thomas, parla solo qualche parola d'italiano. Parliamo di Cammini e delle difficoltà di questo cammino rispetto a Santiago. Dopo un tratto di strada insieme li lascio andare avanti perchè il passo di Thomas è troppo veloce e anche perchè sento il bisogno di prendere un attimo di pausa e di sgranocchiare qualcosa. Non si fermeranno al castello di Biscina, ma più avanti a Valfabbrica presso l'ostello internazionale della gioventù al quale si può avere accesso solamente se iscritti. Ci diamo appuntamento per il giorno dopo ad Assisi all'ostello "Perfetta Letizia".
La giornata è splendida e fa molto caldo .... la strada è in salita e sto sudando come una vecchia vaporiera, sento il bisogno di una pausa. Mi fermo sotto l'ombra di un albero mentre mi godo la vista sulla lontana Gubbio, la giornata è così limpida che vedo ancora lo stupendo palazzo dei consoli.
Finita la pausa riprendo il cammino e passo davanti alle indicazioni per l'Abbazia di Vallingegno, ma seguo i consigli della guida e non mi inoltro. L'Abbazia fu uno dei primi luoghi che accolse Francesco in fuga da Assisi dopo la sua scelta di vita, ma lo espulse e anche in malo modo, considerandolo alla stregua di un accattone, un poco di buono .... quante valutazioni sbagliate facciamo nella vita!!! Meditiamo gente, meditiamo.
La strada riprende a scendere e arrivato al capitello di Santa Maria delle Ripe, ritrovo Anna e Thomas intenti a mangiare un panino .... mi fermo pure io; ho fame e sogno il panino che mi sto portando dietro da due giorni comperato a Pietralunga con una scatoletta di carne e una lattina di birra e in più ho anche il dolce che la gentile titolare dell'agritur "San Benedetto vecchio" mi aveva dato. Diceva Toni, mio compagno di cammino a Santiago: "la provvidenza va sempre aiutata" e quindi anche oggi ho qualcosa da mettere sotto i denti.
Anna e Thomas ripartono e io resto ancora un poco a terminare il mio "pasto" .... ci ritroveremo ad Assisi. Si riparte nuovamente in salita ..... come ho già scritto, una delle caratteristiche di questo cammino è il continuo su e giù. Passo davanti all'eremo di San Pietro in Vigneto. Una cancellata in ferro, sbarra la strada a chiunque osasse oltrepassare la proprietà. Sembra più un palazzo signorile che un eremo. Il cartello appeso sulla recinzione che invita a non disturbare la pace del luogo e dell'eremita .... non so perchè, mi crea un senso di insofferenza.... pare una stonatura rispetto a quello che era il messaggio di Francesco .... giullare di Dio, pellegrino di natura e pronto ad accogliere chiunque ... e se Francesco passasse di nuovo da queste parti .... verrebbe aperto o no il cancello ?? .... ad ogni modo vado avanti.
Il "bello" di questa tappa deve ancora venire.
Si rincomincia a scendere e scorgo dall'altra parte della valle, il colle sul quale svetta la torre del castello di Biscina. La cosa mi rincuora perchè vedo l'arrivo di questa che "doveva" essere la tappa più breve.
Proseguo lungo un sentiero che si dirama dalla stradina principale e scende verso il fondo valle. Risale poi leggermente in parallelo al corso di un torrente che si dovrebbe ad un certo punto attraversare per poi risalire lungo l'altra sponda.
Sorpresa ..... le piogge di questi giorni e i lavori fatti a monte del torrente hanno fatto si, che il torrente avesse deviato il suo corso naturale ed ora l'acqua scendesse copiosa lungo quello che era invece il tracciato del sentiero. La fitta boscaglia ricca di rovi spinati e sterpaglie da un lato e la scarpata che porta verso quello che doveva essere il letto naturale del torrente, dall'altro creano un ostacolo disarmante.
Quanto sarà lunga questa situazione?? ... i 30 metri che sono a vista o proseguirà anche oltre?? ... e per quanto?? ... Dubbi, sconforto, mi assalgono ... che fare? ... tornare indietro? ... e dove? ... dall'eremita dalle porte chiuse? ... al paese più vicino che non ricordo quante ore fa ho lasciato? Il "teutonico" sarà passato anche lui di quà .... o no?
Provo ad avanzare sul lato a monte del torrente, tra fango e acqua .... le racchette affondano e faccio fatica a recuperarle. Vedo qualche impronta di scarpone, il che significa che già qualcuno è passato prima di me .... forse Thomas e Anna. Risalgo lungo il fianco destro del sentiero tra rovi e spini rimediando più di un graffio. Meno male che non piove, dico tra me e me, perchè se avessi la mantellina a quest'ora sarebbe a brandelli come le stelle filanti a carnevale!
Vado avanti così per un buon quarto d'ora .... poi finalmente la pace ritorna; il sentiero ridiventa sentiero e il torrente scorre sul suo letto, lo attraverso e mi porto dall'altra parte. Sotto i piloni dell'acquedotto, i cui lavori di costruzione sono stati la causa di questo piccolo, ma terribile dissesto, mi fermo a prendere un attimo di respiro.
Il superamento di questo ostacolo e il sapere che la meta della tappa sta sopra di me, mi rendono euforico. Una risistemata generale, uno sguardo intorno ad esplorare l'ambiente .... vedo ... una bella pista in terra battuta ... un palo con un Tau giallo e un sasso con una freccia gialla, ... prendo forza e .... sono pronto a ripartire.
E qui la seconda sorpresa della giornata.
La guida dice che il sentiero entra nel bosco e poi prosegue in salita fino al Castello ..... entrato nel bosco sono entrato .... ma non ho preso il sentiero corretto ho continuato a seguire la pista che corre sul piano e non accenna minimamente a salire. Tau gialli o frecce non se ne vedono .... ma ne ho visti ben pochi in tutta la giornata .... e intanto proseguo a camminare e la pista continua sempre in piano. Dopo mezz'ora il dubbio mi prende. Che fare? torno indietro, magari per scoprire che ero sulla strada giusta?? Decido di andare avanti, ma dopo un ora che cammino sempre in piano, mi convinco di aver sbagliato strada.
Verifico sulla cartina; non trovo dei riferimenti, ma mi rendo conto di allontanarmi dalla meta. Decido comunque di proseguire .... dovrei prima o poi incrociare una strada importante ... unico riferimento sulla cartina .... e poi vedrò. Il telefonino non ha campo, spero solo non mi succeda niente perchè non so chi mi potrebbe recuperare...!
Finalmente arrivo sulla strada asfaltata vista sulla mappa ..... decido di salire, sicuramente arriverò in cima dove c'è il castello.
Quando finalmento ho campo chiamo la titolare dell'agritur e chiedo informazioni su dove sono ecc. ..... "aahh anche lei ha sbagliato strada" mi dice ".... comunque prosegua sempre in salita che arriverà fino al castello .... stia tranquillo perchè comunque è sulla strada giusta".
Alle 18.00 entro nel bar dell'agritur e una fresca birra comodamente seduto è la prima e unica cosa che chiedo e che in quel momento desidero.